Barbara Gallo

Coordinatrice della Commissione Economica del Piano Strategico dell'Eporediese

di Roberta Balma Mion

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Barbara Gallo è un’imprenditrice Canavesana. Guida l’azienda di famiglia, la Progind, che da oltre 40anni si occupa della progettazione e della costruzione di stampi per materie plastiche e opera soprattutto nel settore automotive. La incontriamo ad Azeglio, nell’Eporediese, dove ha base l’azienda. Impegnata attivamente in Confindustria da quasi 15anni, a livello locale e nazionale, Barbara Gallo è stata anche Presidente dei Giovani Imprenditori, prima di Ivrea, poi dell’intera Regione. Grazie a queste esperienze, ha maturato una forte consapevolezza delle responsabilità sociali e politiche di un’impresa.
Nella primavera del 2015, la Città di Ivrea, insieme alle associazioni datoriali e alla Città Metropolitana, avvia la progettazione del Piano Strategico dell’Eporediese e le propone di coordinare la Commissione di Sviluppo Economico Locale, composta da alcuni imprenditori locali e incaricata di elaborare una proposta di sviluppo per l’Eporediese, da sottoporre alle amministrazioni locali e alla Città Metropolitana. Lei accetta la sfida.

Quali ragioni l’hanno spinta ad accettare questa sfida?
Sono una persona che ha molto a cuore questo territorio, le sue imprese, il suo tessuto industriale. In qualche modo cerco di spendere parte del mio tempo in attività che hanno una qualche attinenza con lo sviluppo dell’Eporediese. Lo faccio in Confindustria occupandomi dell’orientamento scolastico dei giovani. Lo faccio in Camera di commercio, dove dallo scorso anno sono consigliera, proprio in rappresentanza di questo territorio.
Ho colto la sfida perché mi auguro che questo Piano faccia “scattare una molla”, sia occasione per parlarsi di più, per cercare soluzioni insieme, per mettere a fattor comune idee e risorse. Ritengo che il dialogo, lo scambio, il confronto siano un valore in sé. Ho fondato tutte le mie attività sul valore della condivisione. Il fatto che la politica abbia deciso di elaborare il Piano con gli imprenditori e con tanti altri attori locali è davvero molto importante. È questo di cui abbiamo bisogno: trovare delle occasioni per lavorare insieme per creare sviluppo.

Si riferisce anche al metodo?
Sì, il metodo e la proposta operativa mi sono piaciuti fin da subito. Il coinvolgimento dei privati è stato molto importante e molto sfidante. Finalmente noi imprenditori abbiamo la possibilità di dire la nostra e dobbiamo fare bene il nostro lavoro.

In precedenza, ci sono state esperienze analoghe sul territorio?
Sì, mi viene in mente il caso del nostro Bioparco. Uno di quei casi nati grazie all’idea, alla caparbietà e alla forte determinazione di una persona, che ha creato attorno a sé un fermento d’idee, ha dato modo a qualche cosa di latente di esprimersi, ha saputo aggregare persone e risorse, creando una realtà che oggi non solo funziona, ma attira investimenti e si espande. Era Silvano Fumero, mancato qualche anno fa e al quale il Bioindustry Park è dedicato. Ecco, quella persona rappresenta un modello per me.

Il progetto del Piano Strategico dell’Eporediese è orientato allo sviluppo economico, perché?
Questa è stata una scelta dell’amministrazione comunale, che io condivido pienamente. Lo sviluppo deve passare attraverso attività economiche o comunque attività che abbiano ricadute economiche, che siano capaci di creare un indotto. Grazie a questo si possono realizzare progetti di business, ma anche di crescita per l’intero territorio: trasformazioni urbane, attività culturali, un’offerta formativa d’eccellenza.

Come avete impostato il lavoro e come state procedendo?
I tempi indicati sono molto ridotti. Dovremo concludere il percorso all’inizio del 2016. Faremo fatica, ma allo stesso modo avere tempi stretti e precisi garantisce la partecipazione degli imprenditori, che non hanno mai molto tempo da dedicare.
L’amministrazione comunale ci ha dato ampio spazio per decidere e discutere, individuare e selezionare le linee strategiche. Ci siamo concentrati da subito sulle questioni che consideravamo prioritarie e abbiamo definito, su una rosa molto più ampia, i cinque temi da sviluppare nei gruppi: imprese, turismo, infrastrutture, capitale umano e filiere. Da settembre è cominciato il lavoro dei gruppi. Gli imprenditori di volta in volta si confrontano sui rispettivi temi. Quando hanno bisogno di approfondire o valutare la fattibilità di una proposta, chiediamo l’aiuto di un tecnico o di un esperto.
Parallelamente, stiamo coinvolgendo e ci stiamo confrontando con le grandi imprese e con persone esterne alla commissione economica: altri imprenditori, operatori della cultura, dello sport, rappresentanti delle manifestazioni grandi e piccole.

I prossimi passi?
Continuare a lavorare dentro e fuori dai gruppi. Poi, a novembre cercheremo di restituire una prima parte di questo lavoro all’amministrazione comunale, al Consiglio dei Sindaci della zona Omogenea dell’Eporediese e alla Città Metropolitana, in modo tale da far capire come stiamo procedendo e cosa sta emergendo.
Ritiene che il Piano farà proposte concrete?
Stiamo cercando di rendere organiche cose latenti, che magari sono venute fuori da più punti in questi anni. Cercheremo di essere concreti e razionali, ma poi questo Piano dovrà essere consegnato a qualcuno che dovrà renderlo vivo, a cominciare da noi, che viviamo e lavoriamo su questo territorio e che dobbiamo crederci per primi, ma abbiamo anche bisogno di qualcun altro che creda nelle potenzialità di questo territorio e nella proposta che faremo. E’ chiaro che il fatto che proprio in questo momento la Città metropolitana si stia dando delle regole nuove, disorienta un po’.

Se dovesse convincere qualcuno a spostarsi nell’Eporediese, cosa gli direbbe?
Gli direi che qui ci sono filiere portanti della nuova economia, che hanno sviluppato nel tempo un indotto professionalmente all’avanguardia, qui ci sono aziende che sono leader mondiali, su alcuni prodotti o servizi. Ci sono imprese legate ancora al software e all’elettronica, come Engineering, RGI.  Ci sono aziende di elettromeccanica come la Matrix, che fa componenti per centraline ad iniezione, o meccanica di precisione, come la Icas Muselet, leader mondiale nella produzione di gabbiette fermatappi. CTS, che fa componenti per bancomat, è stata recentemente acquisita da un player americano. E ce ne sono tante altre, anche all’interno della Commissione.
Inoltre, qui si vive bene. Qui c’è molto verde, le montagne sono molto vicine. Con l’anfiteatro morenico questo territorio ha conservato un patrimonio ambientale e paesaggistico molto interessante: lo dimostra il fatto che stanno nascendo diverse iniziative di carattere turistico, legate allo sport, al verde. Questo è anche un territorio prezioso per l’agricoltura e, in particolare, per alcune coltivazioni che sono specifiche di quest’area.

E le criticità?
Torino non è così lontana, ma la connessione con il capoluogo è un problema da affrontare, molto sentito, venuto fuori in tutti i gruppi di lavoro. E’ un problema per le giovani generazioni, ma anche per le imprese. Senza una connessione adeguata con Torino, non si può accedere ad una formazione tecnica o alta, non si può fare innovazione perché non si riescono ad attrarre investimenti e non si trovano facilmente persone che abbiano voglia di spostarsi, anche solo di 40 chilometri.

Approfondimenti sul Piano Strategico dell’Eporediese

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