Torino nella competizione europea. Un esercizio di benchmarking territoriale

autori

A cura di: Sergio Conti
Contributi di: Piero Bonavero, Sergio Conti, Giuseppe Dematteis, Paolo Giaccaria, Alberto Vanolo.

anno

2002

pagine

124

descrizione

Concepito come strumento per individuare la posizione di un soggetto rispetto ai propri concorrenti, il benchmarking ha conosciuto, in rapporto ai luoghi e ai territori, declinazioni nuove e inaspettate.

Ispirata da un’applicazione della metodologia su scala metropolitana, la ricerca illustra gli esiti di un’attività di benchmarking territoriale. Lo studio, curato da Sergio Conti per Eu-Polis, oltre a rispondere all’esigenza dei soci di Torino Internazionale di avere a disposizione una fotografia dinamica della competitività locale, funge da stimolo per l’elaborazione di un progetto di sviluppo territoriale equilibrato, capace di integrarsi nelle reti europee di innovazione e produzione.

Il confronto tra Torino e altre realtà urbane del continente presuppone la relatività del posizionamento competitivo, ovvero l’individuazione di concorrenti effettivamente paragonabili ai requisiti del sistema locale torinese. Partendo da questo orientamento metodologico, l’analisi si è sviluppata in un doppio tempo. In una prima fase, il confronto ha individuato otto insiemi di città di cui la letteratura internazionale evidenzia l’affinità in rapporto alla metropoli subalpina. Il paragone con scenari complessi e differenti ha confermato come la portata della competizione non sia un valore astratto, bensì un termine variabile.
La seconda fase, caratterizzata da una restrizione del campione, recupera la definitezza delle analisi di benchmarking. Limitando l’estensione del campione alle città meglio posizionate nei vari scenari (i cosiddetti best performers), lo studio ha riscontrato la presenza di rilevanti risorse potenziali nel sistema torinese e la necessità di valorizzarle attraverso l’attuazione di misure strategiche ad ampio raggio.

La prospettiva delineata è condensata nella metafora conclusiva, secondo cui Torino è un giardino in cui si ritrovano tre elementi: il giardiniere solerte e cosmopolita, creatore di paesaggio, ovvero le istituzioni formali e gli attori del territorio; l’humus, cioè i fattori e le relazioni su cui si fonda il vantaggio competitivo; e il rizoma di quei sentieri sfuggenti che rappresentano l'”inespresso”. Solo abbandonando la convinzione che è possibile selezionare le colture – e le culture – dominanti e, per converso, puntando sulla pluralità istituzionale, si può conseguire l’arricchimento dell’humus torinese. Ovvero lo sviluppo.

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