Pesaro
PESARO2015. Città della qualità
struttura
6 linee strategiche, 27 azioni, 69 progetti
Le linee strategiche riguardano i seguenti temi: a) Attrazione d’impresa, b) Cultura, c) Internazionalizzazione e promozione, d) Società dell’informazione e nuove tecnologie dell’ICT, e) Welfare, f) Territorio
Il Piano, presentato alla città nel 2002, ha messo insieme iniziative già in corso con nuovi scenari per la promozione del territorio, configurandosi come un grande parco progetti, in buona parte finanziati con fondi europei e regionali. Alla costruzione del Piano hanno partecipato circa 300 persone in rappresentanza di 78 soggetti diversi e sono state costruite 6 commissioni tematiche, una per ogni linea strategica individuata.
Nel 2012 si assiste all’avvio di una seconda fase, che ridiscute le funzioni del Piano per adattarlo all’attuale contesto di crisi economica, partendo dagli elementi di crisi evidenziati nel corso del processo di valutazione (scarsa visibilità dei risultati effettivamente realizzati, difficoltà di individuare attori interessati ad assumere ruoli di responsabilità e leadership rispetto alle azioni da intraprendere). Si rafforza l’idea che il Piano sia lo strumento attraverso il quale costruire un sistema di “relazioni e strategie di area vasta” (es. la direttrice Pesaro-Romagna, lungo la quale sviluppare l’economia creativa della Città Adriatica; la direttrice Pesaro-Fano, per migliorare la mobilità e i servizi ospedalieri).
Questa nuova fase ha avviato un processo di ascolto della società locale (“coinvolgimento mirato”), per intercettare:
a) soggetti già mobilitati su settori specifici di politiche
b) aggregazioni di attori già formalizzate
c) soggetti attivabili trasversalmente su più settori (si pensi alla Regione, alla Provincia, alla Camera di commercio, agli istituti di credito, ecc.) rilevanti per incardinare i progetti del Piano strategico dentro gli strumenti di programmazione territoriale e incentivazione allo sviluppo;
d) singoli imprenditori ed esperti di sviluppo locale
Il parco progetti di cui il Piano dispone viene rimesso in discussione in sede di Conferenza strategica, per individuarne gli elementi di interconnessione e dare maggiore trasversalità progettuale e selezionare le priorità d’intervento. Dopodiché le azioni selezionate entreranno nella fase realizzativa:
“Sarà importante, in questa fase centrale, il ruolo delle assemblee elettive. Come già illustrato nella messa a punto del dibattito svoltosi nel Consiglio Comunale di Pesaro, nella fase attuale di “diffusione” dei processi di governance, il Consiglio Comunale è chiamato ad individuare nuovi ruoli e funzioni del decision making, cioè nuove leve e meccanismi di decisione, da approntare specialmente nei campi della progettazione esecutiva, della negoziazione con attori istituzionali extra-locali, e della valutazione”.
stato di avanzamento
In fase di rilancio
dati tecnici
Soggetto promotore:
Comune di Pesaro
Struttura di coordinamento:
Servizio di Pianificazione Strategica (Assessorato alla Pianificazione Economica) del Comune di Pesaro
Soggetti sottoscrittori del protocollo d’intesa:
Comune di Pesaro, associazioni di categoria, PMI, Assindustria, enti profit e non profit.
Scala territoriale:
Città di Pesaro. Nato come piano a geografia variabile, si è evoluto in PS di Area Vasta (9 comuni).
Popolazione:
92.456 abitanti
Orizzonte temporale:
quindicinale (2001-2015)
Partnership:
pubblico-privata
Tipologia:
piano di visione generalista
note
L’esperienza di pianificazione strategica a Pesaro nasce a ridosso delle elezioni amministrative del 1999 e della revisione del Piano regolatore. Una questione relativa alla urbanistica aveva fatto cadere la Giunta precedente. Il nuovo Sindaco, Oriano Giovannelli avvia allora un processo di trasformazione dell’amministrazione comunale volto alla trasparenza e all’efficienza e sceglie di far entrare in Giunta di esterni non eletti in Consiglio comunale.
Il Piano strategico viene visto come strumento per avviare questo processo, ma verrà abbandonato nel 2004, al termine del mandato Giovannelli, su suggerimento del Consiglio Comunale, che “come in altri casi, sembra avere sofferto questa situazione ed ha messo in discussione questa modalità di lavoro.. tanto da chiedere al nuovo Sindaco di accantonare il piano strategico” (Dieci anni di Pianificazione strategica, p.65)
Di fatto il Piano non viene chiuso, ma il nuovo Sindaco non ci reinveste e ne limita l’autonomia assorbendo l’Urban Center, nato dall’esperienza di pianificazione strategica, all’interno delle strutture ordinarie, per poi affidare, ad un anno dalle elezioni (2007) la delega al Piano all’Assessorato alla Pianificazione economica, che ha avviato un processo di valutazione del processo in vista di un possibile rilancio.