IL PIANO STRATEGICO AL SALONE DEL GUSTO
Torino punta sul cibo e lo esprime con una strategia volta a fare della città metropolitana il punto di riferimento in Italia e nel mondo di una cultura del cibo sano, di qualità, diffuso e accessibile a tutti, cittadini e visitatori.
A indicare questa opportunità di sviluppo non è solo il Salone del Gusto e Terra Madre, ma anche le moltissime, qualificate realtà locali attive nel settore alimentare – dalla produzione alla trasformazione alla ristorazione. La strategia nasce dai lavori per il terzo Piano Strategico “Torino Metropoli 2025” ed è l’esito di sei mesi di confronto e discussione tra alcuni dei principali attori rappresentativi del sistema del cibo torinese. Produttori, distributori, associazioni di consumatori, docenti universitari, artigiani delle eccellenze e volontari dei gruppi d’acquisto solidali si sono confrontati sul futuro del cibo nella nostra città. Il gruppo eterogeneo ha visto soggetti completamente diversi per formazione, professione ed età cooperare per sviluppare una visione del futuro e definire un’agenda di progetti e azioni per promuovere e valorizzare il sistema del cibo di qualità del nostro territorio, che sia anche capace di alimentare i circuiti di un’economia virtuosa e salute per le nuove generazioni. Il lavoro non è ultimato, ma ha già dato vita ad una serie di indicazioni strategiche e proposte progettuali promettenti per il sistema del cibo torinese.
Il Salone del Gusto 2014 è stata l’occasione per cominciare a discutere pubblicamente di Torino Capitale del Cibo. Piero Sardo, coordinatore del tavolo Torino Capitale del Cibo, ha ricordato che “Torino può competere con le altre città su questo terreno per alcuni atout indiscutibili: il caffè, il cioccolato, il gelato, Eataly, i mercati, i caffè storici. Esistono ancora criticità, ma ci sono tutte le premesse per fare di Torino la capitale del cibo di qualità, diffuso e per tutti”. Dal gruppo nasce l’idea di creare in primo luogo una Food Commission, sulla falsa riga della Film Commission Torino Piemonte, che indirizzi e coordini le politiche e le attività dedicate al cibo nel nostro territorio. Egidio Dansero dell’Università di Torino ha ricordato che “tante città nel mondo stanno dedicando risorse ed energie all’Urban Food Planning, riconoscendo il valore del cibo e le potenzialità di sviluppo per l’intera città”. Da qui l’idea di partire dalla conoscenza, realizzando un Atlante del Cibo per fotografare e comprendere al meglio il mondo del cibo locale, per scoprire tutti gli attori e le reti di attori coinvolti in ogni aspetto del mondo del cibo locale, sia dell’offerta che della domanda.
Il Sindaco Piero Fassino concorda con il programma del gruppo e ricorda che “il cibo è parte integrante del percorso di trasformazione che la città ha intrapreso. Per Torino il cibo è identità, cultura, civiltà, relazione, integrazione. Si tratta di un patrimonio straordinario di eccellenze, che va tutelato, messo a valore, promosso e fatto conoscere al meglio”. Eccellenze che secondo il giornalista Luca Iaccarino, si ritrovano anche “nella filiera corta, nella tradizione sociale sul cibo e nel rapporto qualità-prezzo della ristorazione, che risulta il migliore in Italia”.
Tra le altre proposte emerse dal lavoro del gruppo è stata citata la necessaria integrazione tra la città e il suo hinterland, il cui valore è stato espresso con forza da Pierandrea Martina della Cooperativa Il Frutto Permesso: “C’è differenza tra città e campagna, e questa differenza è una ricchezza, se accompagnata da una costante opera di alfabetizzazione reciproca”.